Iniziato nel corso della trasferta veneziana per commemorare il grande poeta Ezra Pound, in un novembre dettato da mille impegni militanti e lavorativi, in questi giorni ho finalmente finito di leggere il nuovo libro di Fabio Ragno “Lazarus e la battaglia di Lepanto”, edito da Altaforte edizioni. Un romanzo storico senza alcun dubbio avvincente e che vede due protagonisti: un italiano medio dei giorni nostri alla ricerca delle proprie origini metafisiche, che tramite l’aiuto di un medium scoprirà misteriosi collegamenti con vite precedenti, e Lazarus, guerriero e sicario al servizio della Repubblica di Venezia del Cinquecento. L’affascinante romanzo ricostruisce modi di vivere, intrighi di palazzo, alleanze e tradimenti vissuti dal protagonista sotto il gonfalone del Leone di San Marco, nei periodi precedenti la Battaglia di Lepanto. Mettendo in risalto il doppiogiochismo francese nella collaborazione con Costantinopoli, la ferocia fondamentalista dell’impero ottomano guidato da Soleimano il Magnifico e la pavidità genovese di Giovanni Andrea Doria, in questa coinvolgente storia Lazarus incontrerà gran parte dei protagonisti dell’epoca. Grandi uomini come Marcantonio Bragadin, Sebastiano Venier, Don Giovanni d’Austria e molti altri, accompagneranno il nostro Lazarus nelle molteplici avventure, terrestri e navali che, romanzate, si snodano all’interno del libro per giungere allo scontro finale tra la Lega Santa, a difesa dell’Europa cristiana, contro le armate ottomane battenti bandiera musulmana. Il Brigadier Generale in riserva dell’Esercito Italiano, Fabio Ragno, ci narra una delle battaglie più importanti d’Occidente attraverso gli occhi di questo strano ma riflessivo personaggio chiamato Lazarus, presente ad alcune delle tappe più significative che portarono alla vittoria delle galee della Serenissima contro giannizzeri e soldati turchi. Un bellissimo libro, fedele alla storia, che potrebbe dare al vostro Natale un senso di forza e rivincita anche per comprendere noi stessi, le nostre paure e i nostri demoni moderni, e, soprattutto, le nostre grandi potenzialità che la vita borghese ci tiene nascoste.

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