In un dicembre come sempre immerso nelle letture solstiziali, tra i vari libri, a farmi compagnia anche quest’anno è il caro amico Valerio Crusco. Dopo il suo bellissimo romanzo “La Via del Nord”, ispirato all’antica scacchiera vichinga di Lewis e al sito archeologico megalitico scozzese di Callanish, Valerio è tornato in libreria con un sequel di tutto rispetto. “Il Sentiero del Lupo”, sempre pubblicato da Passaggio al Bosco Edizioni, riprende infatti alcune situazioni del precedente racconto ma trasportandole nell’Italia di un futuro distopico, dominato da un inverno infinito che ha ricoperto il mondo di gelo e neve in seguito ad una strana tempesta meteorologica scaturita proprio da Callanish. In questo contesto catastrofico gli uomini si trovano a vivere in cellette nel sottosuolo, lavorando duramente sotto il controllo della milizia, per ricostruire in superficie; in una Roma sommersa dal ghiaccio sotto un cielo grigio plumbeo. Due i protagonisti della storia che presto si incontreranno: sono il romano Federico che snoda sogni, pensieri e ricordi nelle pagine del suo diario segreto, e uno strano personaggio dall’aspetto nordico chiamato Massimo e che, come si vedrà, potrà vantare antiche discendenze norrene intrecciate col mito dei più grandi condottieri che, nel 1200, salparono in queste terre a bordo dei drakkar scandinavi. L’incontro tra i due avverrà quando, in seguito a ricorrenti visioni, Federico si farà trasferire nelle cave di marmo di Carrara, all’ombra delle Alpi Apuane sulle quali vive Massimo. In questo scenario Federico riscoprirà vecchi misteriosi istinti e insegnamenti di famiglia scolpiti su quella pietra, e che lo porteranno ad intraprendere un percorso introspettivo che farà emergere il suo spirito più selvaggio. Il lupo che ha dentro. Come nel precedente romanzo, il libro è intervallato da mappe dal sapore tolkeniano così come da pagine bianche e pagine nere, nelle quali, in queste ultime, l’autore affronta un salto temporale in epoche lontane; dalle conquiste romane nella Gallia Cisalpina al passaggio del Rubicone delle Legioni di Cesare. Ma ciò che più interessa alla nostra storia sarà proprio il bellicoso rapporto tra i Romani e le antiche popolazioni dei Liguri – Apuani. L’amore per la propria terra e per le proprie montagne, le antiche tradizioni e una forte indole guerriera spingeranno i discendenti degli Apui ad essere risvegliati dal corno di guerra degli antenati per ribellarsi all’oppressione della vecchia e nuova Urbe.



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